domenica 9 giugno 2013

Partnership al progetto:Riciclofficina Villaggio Olimpico

E' la seconda volta che parlo con i ragazzi della Riciclofficina: la prima volta sono stati loro a spiegarmi cosa hanno fatto per realizzare lo spazio che tutt'oggi hanno, cosa fanno e cosa vorrebbero fare, quindi i loro progetti e le loro richieste che avanzano di giorno in giorno per poter migliorare lo spazio in cui vivono. Mi permetto di dire che "vivono" lì e non che semplicemente lavorano lì perchè non vengono retribuiti se non con qualche offerta libera e facoltativa del cliente, di conseguenza dietro questa attività ci sono motivazioni forti, non tanto la possibilità di ottenere denaro. Dietro a questo lavoro c'è  la passione per il mondo della bicicletta e per il loro piccolo mondo, il Villaggio Olimpico, che oggi soffre di "mancanza di colare umano" (Vincenzo Colella said). Tempo fa mi sono recata nel quartiere intervistando giovani e anziani e alcuni lamentavano il fatto che fondamentalmente non ci sono luoghi di aggregazione e quei pochi che ci sono risultano abbandonati. Potremmo quasi dire che al Villaggio Olimpico c'è un degrado non tanto fisico quanto morale. Le strade e le piazze sembrano aver perso la loro principale funzione di connettivo urbano, di luoghi dell'incontro: le persone vivono in casa, in macchina e nei centri commerciali. Loro, i ragazzi della Riciclofficina, vogliono riportare il quartiere ad una originaria vitalità.
Dopo qualche settimana eccomi di nuovo in Via Norvegia 2, ma questa volta sono io a spiegare loro il mio progetto. In particolare ho parlato con Francesco che si è reso molto disponibile nonostante il lavoro da fare in officina in vista di una festa che si sarebbe tenuta il giorno dopo. Sono molto soddisfatta della chiacchierata che abbiamo avuto perché ho letto nei suoi occhi davvero un interesse particolare, come se davvero io fossi l'architetto e davvero quello fosse il progetto che di lì a poco avremmo realizzato. Dal punto di vista pratico ho chiesto alcune delucidazioni e/o conferme su decisioni prese durante lo sviluppo del progetto. Ho voluto lasciare uno spazio senza alcun ingombro per permettere l'organizzazione di eventi che spesso organizza la Riciclofficina: da concerti a feste di quartiere. Ho elencato le funzioni del progetto e ho trovato conferme anche nella scelta delle funzioni immesse, soprattutto per ciò che riguarda la suddivisione dell'officina in due locali, una che gestisce la parte meccanica, l'altra quella della verniciatura la quale quest'ultima, ha precisato Francesco, deve assolutamente essere un ambiente separato, cosa che io avevo pensato solo per una maggiore comodità e non tanto per una necessità. E' piaciuta molto l'idea degli edifici-container (l'ho dedotto dalla colorita espressione "FIGO"!!!) che dà loro la possibilità di lavorare all'aperto nelle giornate calde ( che in qualche modo idealmente li riportasse anche al ricordo della condizione "primitiva", ossia quella attuale!). Mi ha sconsigliato di fare il magazzino interrato non tanto per il problema di trasporto di biciclette quanto per la difficoltà nel trasporto di attrezzature di lunghezza notevole. Per il resto ho lasciato loro gli elaborati dell'idea progettuale con la promessa, da parte loro, che li avrebbero analizzati con più attenzione in modo tale da poter eventualmente darmi altri consigli sulla mia  "RICICLO FUTURISTICA" come battezzata da Francesco!
Ma volete sapere come si è chiusa l'intervista? In una contrattazione, o meglio un accordo: donerò loro il plastico del mio progetto in cambio della loro disponibilità per mie eventuali richieste fino alla data dell'esame e in omaggio....UNA BICI TUTTA PER ME per poter andare dall'università alla riciclofficina!!!! Direi quindi che il cliente è soddisfatto del proprio architetto! ;)